Ungheria

Budapest da solo

Qui oggi
posso essere nessuno o chiunque.
Sono nessuno. Sono chiunque.
I palazzi sono dritti da soli.
La gente sa dove andare, non mi chiede informazioni.
Non incontro nessuno, non rischio di incontrare nessuno.
Tutto sembra essere abbastanza.
Tutto è abbastanza.

Non mi era mai capitato di essere così solo.
Budapest mi consola.
Cammino triste, innamorato, solo.

L’ungherese è una lingua distante dalla mia, non so leggere i cartelli, non ho appuntamenti, non ci sono amici da salutare, parenti o anche solo conoscenti.
Solo io che cammino su e giù fra Gul Baba, derviscio, e Erdogan, presidente turco, che ha deciso di visitare la città nel mio stesso giorno.
Dunque trovo polizia ovunque, strade e ponti bloccati per ore.
Mi muovo a piedi e non ho voglia di cambiare traiettoria.
Non cambio per i blocchi. Mi fermo su una panchina e aspetto che Erdogan proceda.
Mi addormento un momento.

Mi risveglio con una guancia abbronzata anche se siamo a fine ottobre.

Procedo muto a camminare per un giorno solo, solo.
Solo veramente bello.

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