Irlanda

Il gigante e la pietra rossa: i vostri racconti

Sono regali semplici quelli che ho deciso di portarvi dall’Irlanda:
una conchiglia e una pietra rossa.

Non potendo portare pietre per tutti, ho indetto una specie di concorso:
vi ho chiesto di mandarmi dei racconti e convincermi così a spedirvi la pietra e la conchiglia.

[bs_icon name=”glyphicon glyphicon-chevron-right”][bs_button size=”xs” type=”link” value=”Qui c’è il video” href=”https://www.youtube.com/watch?v=e4Wn46M0AD4″] in cui leggo le storie vincitrici di Alma e Francesca.

Questi sono tutti gli altri racconti che sono arrivati:

[bs_notification type=”success” dismissible=”false”]1° premioIl gigante Jebediah di Alma

Jebediah era un gigante, e fin qui tutti ci arrivavano subito, data la stazza e le dimensioni.
Ma non era un gigante normale, nossignori, era il re dei re dei re dei giganti! Il più grande, grosso e grasso.
Aveva un barbone grigio sporco talmente lungo che lo usava come coperta, delle mani talmente grandi che quando salutava creava tifoni e poi… i piedi! Dovevate vedere i piedi!
Un 197 bello pieno, impossibile purtroppo da trovare sul mercato, tant’è che il poverino era costretto a camminare scalzo, e ormai con la vecchiaia questo gli creava forti reumatismi.
Ma il suo era un destino triste, perché essendo così grande e imponente, tutti avevano paura di lui e lo evitavano, umani e giganti compresi.
Un giorno, quando, più spossato del solito si stava arrendendo all’evidenza di morire solo, arrivò una bambina. Piccina. Grande quanto metà della sua unghia, ma calda e dolce. Lei, come se nulla fosse iniziò a parlargli, poi risero e risero, e lei si divertì scalando la sua barba che le faceva il solletico. In men che si dica divennero amici.
La sera arrivò presto, e il gigante, privo di forze, sapendo che la sua fine era vicina le disse :- Resta.
-Non posso, mia mamma sta male e m’aspetta- pianse la piccina – Ma tieni, questo è per te.
Gli porse una pietra rossa, talmente piccola che gli occhi stanchi del gigante videro appena.
Ma a lui non importava: se la mise al cuore e la salutò. Poi si addormentò, per non svegliarsi mai più.
Ma se morì da gigante, rinacque la sera stessa da bambino, perchè in una zona vicina, c’era una piccola casa, dove viveva una piccola bambina, la cui madre incinta aveva appena avuto un figlio. Piccolo, è vero, ma con un grande cuore rosso.
Il suo nome? Beh… Jebediah.[/bs_notification]

[bs_notification type=”info” dismissible=”false”]C’era una volta un gigante che nascosto proteggeva una pietra rossa da millenni. Un giorno un giovane puello di nome Giostipper conosciusto anche come Gio Gios, Gioele o Sacco decise di prendere la pietra per donarla ai suoi seguaci, il gigante quindi arrabbiato andò dalla polizia e lo denunciò per spaccio di pietre irlandesi.[/bs_notification]

[bs_notification type=”info” dismissible=”false”]”Era lui o forse no?” si chiese il simpatico ometto dalla barba folta e bianca. “Ma no – disse sua moglie – di sicuro ti stai sbagliando”. “Però a me sembrava proprio lui”. E passarono tutta la serata così, chiedendosi se quel piccolo gatto dal pelo grigio e nero si trattasse veramente del loro amico. Il piccolo gatto dal cuore enorme. Così grande da farsi mille miglia per raggiungerli? Il gatto si era perso nel loro precedente viaggio in Normandia.
“Ma da quando i gatti sanno il tedesco?” esordì la moglie. “Il tedesco? Ma non c’entra nulla.”. “C’entra, c’entra. Ricordi quando in Groenlandia abbiamo incontrato il Gigante? Lui non sapeva nessuna lingua eppure riusciva a farsi capire.”
“E come? Ancora con questa storia della pietra rossa? ma per favore!” “Tesoro, dammi retta, tu hai tutte le tue pietre e pietruzze che ti scaldano il corpo! Beh, quella scalda l’anima. Rende possibile tutto ciò che desideri: si chiama pietra della volontà.
E proprio nel mezzo della discussione un solo suono si sentiva, un delicato e affettuoso MEOW![/bs_notification]

[bs_notification type=”info” dismissible=”false”]C’era una volta, un gigante, che terrorizzava il piccolo villaggio di GioGiosville. Il gigante era un vero e propio tiranno, ogni mese, chiedeva agli abitanti una vergine da sposare, nel caso lei non accettasse, lui l’avrebbe mangiata. Un giorno il giovane eroe Gio trovó una pietra rossa che s’illuminava così, pensando avesse dei poteri, provó a battere il gigante con la sua pietra magica. Gio non ci riuscì, e morì. Fine.[/bs_notification]

[bs_notification type=”info” dismissible=”false”]Difficile essere un gigante in un mondo di nani. La grotta sulla spiaggia lo sa, sentiva le tue lacrime. Un giorno però tornasti sereno dalla spiaggia nera. Stringevi in mano una piccola pietra, rossa come il fuoco. L’avevi sorpresa lì, sola a far luce nel grigiume. Da quel giorno la grotta fu illuminata da due pietre preziose, ardenti come fiamme.[/bs_notification]

[bs_notification type=”info” dismissible=”false”]Una volta, camminando spensierato, colpii con il piede una PIETRA ROSSA e il mio l’alluce divenne GIGANTE.[/bs_notification]

[bs_notification type=”info” dismissible=”false”]Tanto tempo fa, esisteva un gigante malvagio che terrorizzava il Nord. Ogni volta che qualcuno si imbatteva in lui, finiva divorato in un sol boccone, o nel peggiore dei casi, veniva fatto a pezzettini in una succulente zuppa di rape rosse. Un giorno, un gruppo di bambini, giocando a fare gli avventurieri, si allontanarono sempre di più dal paesino e finirono lungo una scogliera. L’oceano dirompeva con energia, ed ogni onda tuonava sulle rocce. Ad un tratto un frastuono colse alla sprovvista i piccoli che intimoriti fuggirono via, ma uno di loro rimase. Da dietro un avvallamento comparve il malefico gigante che chiese al piccolo il perché non fosse fuggito. Il piccolo rispose di non aver paura di lui, facendo infuriare ancora di più quell’ammasso di putrida carne rossicia. “Perché diamine non mi temi?” Urlò, ed il piccolo rispose “perché io ho il più grande dono di tutti, la fantasia!”. Gli occhietti vispi del piccolo brillarono ed il gigante si trasformò in un’enorme roccia rossa. Il gigante fu condannato a patire il lento logorio del mare che pian piano lo dissolveva. Passarono secoli, forse millenni, ed il gigante, ormai ridotto ad un sassolino, si sentì afferrare e pensò “oh no, dinuovo un giovane dagli occhi vispi!”.[/bs_notification]

[bs_notification type=”info” dismissible=”false”]C’era una volta, ma anche due, ma anche no, un gigante.
Il gigante possedeva una magica pietra rossa, dai poteri però sconosciuti! Dunque il gigante passava la vita a capire quale fosse il superpotere della pietra e la sua utilità, un come succede con Capitano America.
Ma un bel giorno, mentre si dirigeva in un luogo dove le pietre hanno preso forme geometriche come rombi quadrati ovali e ottovolanti vide che la pietra faceva sparire la strada in cemento che manco gli ecomostri, e fece diventare tutto impervio pieno di rocce cespugli e terriccio e visse felice contento e divenne ministro alle distrugginfrastrutture.[/bs_notification]

[bs_notification type=”info” dismissible=”false”]Non ero un gigante come tutti quanti, non vivevo a Dublino o Galway, ma la mia passione per la musica e la poesia era già cosi radicata dentro di me. Vivevo a Cork “The Rebel City” forse ci nacqui li, quando presi coscienza di me stesso ero già li, in una città dal titolo di ribelle, ribelle di nome e di fatto, definita la vera capitale della Repubblica d’Irlanda.
Non c’erano esseri umani, nulla era contaminato dal business, le persone non erano cosi tristi e aggressive, ero l’unico gigante a vivere in quella città ma ero solo, avevo una solo amica, una foca che ogni tanto incontravo nelle acque del canale il quale attraversava tutta la città, un giorno ella mi disse “non sei solo ci sono io, guarda che ti regalo” cosi lei andò in profondità e tornò con una pietra rossa “tieni credo ti appartenga, l’ho raccolta in un incantevole posto chiamato Giant’s Causeway, ho visto molti giganti vivere li e possederne una, non startene qui solo, qui ci vive la razza umana, ora la città è deserta perché è stata abbandonata dai cittadini, già perché le persone si spostano altrove pur di trovare aria di freschezza e novità, poi rovinano altri posti e tornano indietro capendo di aver semplicemente perso se stessi.[/bs_notification]

[bs_notification type=”info” dismissible=”false”]C’era una volta un gigante che viveva insieme alla sua famiglia di giganti.Lui era un gigante particolare perché era il gigante più basso mai visto. Un giorno al gigante scappava la pipì e decise di andarla a fare nel bosco. Mentre si incamminava vide per terra, insieme alle altre pietre, una pietra rossa diversa proprio come lui, allora decise di prenderla e portarsela con sè. Quando tornò a casa e la poggiò sul tavolo suo fratello la vide e iniziò a prenderlo in giro, chiamandolo: “femminuccia” allora lui disperato al culmine della tristezza si rinchiuse in camera a piangere; ad un certo punto però dalla pietra uscì un drago che sterminò la famiglia dei giganti FINE.[/bs_notification]

[bs_notification type=”info” dismissible=”false”]Si sa che in Irlanda il tempo è tremendo e infatti nemmeno le antiche tribù di giganti che ci abitavano riuscivamo a sfuggire a terribili raffreddori.
Kayus un giovane gigante prese un raffreddore fortissimo che gli durò esattamente due mesi e quattro giorni. Il quarto giorno infatti successe qualcosa: il piccolo Kayus starnutì talmente forte che mosse la terra e creò strane combinazioni geometriche con le pietre, dal suo naso uscì una piccola goccia di sangue che si trasformò immediatamente in una pietrolina rossa.[/bs_notification]

[bs_notification type=”info” dismissible=”false”]Piú che una storia ti voglio raccontare LA leggenda. Già, secondo una leggenda irlandese, in Irlanda viveva un gigante. Una volta si infurió cosí tanto che scaglió un’enorme pietra dalla terra in mare (ora sono il lago di Lough Neagh e l’isola di Man). Si dice che ora il gigante si sia addormentato sulle coste orientali dell’Irlanda, proprio sulle scogliere che hai visitato: ecco perché son chiamate cosí. In ogni caso si potrebbe svegliare da un momento all’altro. La leggenda ispiró il libro di James Joyce “Finnegans Wake”, che é raccontato (per chi é riuscito a leggerlo) sotto forma di sogno, appunto, di Finnegan.[/bs_notification]

[bs_notification type=”info” dismissible=”false”]Era un uggioso pomeriggio di Marzo. Rockarth, un gigante di 1874 anni originario delle profondità marine, decise di intraprendere una coraggiosa avventura: costruire un’imponente scalinata con l’aiuto di un solo oggetto, la pietra rossa rettangolare che gli fu regalata dal nonno prima di morire. Ci riuscì e la nominò”selciato del gigante”[/bs_notification]

[bs_notification type=”info” dismissible=”false”]Sono qui, sola. Sulla cima di una montagna. La mente riposa e gli occhi si godono il paesaggio: una distesa di roccia che sta per essere travolta dal fuoco del tramonto. E li, all’orizzonte, l’enorme macigno, il GIGANTE, che però da qui sembra possa stare in una mano.
Il sole inizia a calare ed ecco quindi che quel piccolo sassolino che vedo di fronte a me, distante chilometri, si incendia: ROCCIA ROSSA. Ed ecco che insieme agli occhi anche il cuore si emozione davanti a tutto questo splendore.[/bs_notification]

[bs_notification type=”info” dismissible=”false”]Prima degli uomini si dice che vivevano sulla terra i GIGANTI. I giganti, diversamente da come vengono descritti, erano persone dal cuore dolce. Soprattutto Giò. Era uno dei giganti più piccoli della sua gilda. Un giorno mentre passava per una scogliera vide una piccola pietra ROSSA. La tenne con se per molto tempo, fino alla sua morte. Quando arrivarono gli uomini sulla terra ditrussero il mondo dei giganti e presero il comando della terra. La pietra scomparve nel nulla dopo che Giò l’aveva tenuta con se per molto tempo e difesa disperatamente fino a quando si arrese al suo destino. Un giorno, un passante trovò quella pietra e la prese. Quel passante, proprio come il gigante, era un ragazzo esile e si chiamava proprio Giò. Una volta che la tocco per la prima volta si trasformo in un…..[/bs_notification]

[bs_notification type=”info” dismissible=”false”]C’era una volta un gigante che viveva nella valle degli orsi bruni. Il gigante si chiamava Brunello e aveva sempre molta fame.
Brunello era diverso, infatti lui non mangiava le pecorelle come tutti gli altri giganti. Lui mangiava qualsiasi tipo di albero incontrasse davanti a se durante le sue normali giornate nel bosco. Era vegetariano. Brunello si preoccupava e teneva cura agli animali del bosco poiché erano i suoi unici amici. Un brutto giorno però mentre stava inghiottendo un grandissimo tronco si accorse che il bosco era scomparso. Qualcuno aveva rubato tutti gli alberi!? Sul terreno non era rimasto niente. Brunello scoppiò a piangere perché senza alberi era spacciato e avrebbe dovuto iniziare a mangiare i suoi amici se voleva rimanere in vita. Uno scoiattolo( Timmy) ,però,si ricordò che suo nonno Gregorio gli aveva regalato una pietra rossa che aveva il potere di riportare i boschi in vita, ma solo se un gigante abbastanza forte sarebbe stato in grado di distruggerla. Così Timmy portò la pietra a Brunello che saltandoci sopra la distrusse e dopo un fortissimo terremoto gli alberi si innalzarono dove prima c’era solo un ammasso di terra. Brunello e gli animali piansero dalla gioia e vissero felici e contenti.[/bs_notification]

[bs_notification type=”info” dismissible=”false”]Il gigante era così infelice che il suo cuore diventò di pietra. Una pietra rossa, torbida e che abbagliante. E così, ogni volta che qualcuno riusciva a farlo sorridere, lui gli donava un piccolo pezzo del suo cuore. E la gioia che riuscirono a donargli gli fece distribuire ogni briciola di cuore. Non avrebbe potuto desiderare nulla di più.[/bs_notification]

[bs_notification type=”info” dismissible=”false”]C’era una volta un gigante, questo gigante abitava nel posto più bello che conoscesse, l’erba era verdissima, il cielo grigio al punto giusto e c’erano un sacco di pietre rosse. In fatti, quel gigante adorava le pietre rosse, come adorava la sua casa, la sua terra e la bella stradina rialzata su cui camminava ogni mattina, ah quella stradina rialzata, la amava; ci camminava ogni mattina, la puliva e la curava, insieme alle sue amate pietre rosse. Un giorno venne svegliato da un suo vicino, raccontava di strani piccoli esseri rosa che stavano invadendo la meravigliosa terra dei giganti per accumulare tutto quanto, il gigante non diede troppo peso a quello che diceva il suo vicino e lo riaccompagnò a casa. La notte si svegliò, aveva fatto un incubo, sui quei piccoli esseri rosa che distruggevano la sua amata casa e si appropriavano della sua stradina rialzata, e delle sue pietre rosse, ma poi si rassicurò: lui avrebbe condiviso tutto tranquillamente, non era un egoista lui, era un grande gigante gentile.
la mattina seguente, si svegliò, c’era un strano odore nell’aria, un odore che non aveva mai sentito, e rumore, tanto rumore, il nostro caro gigante andò a guardare le pietre, ma non c’erano, controllò in tutta la casa, senza risultati, penso alla sua amata stradina rialzata e uscì; vide tantissimi colori, alcuni dei quali sconosciuti, tante piccole macchie che si muovevano verso la sua stradina rialzata, che tenevano le sue amate pietre rosse, lui pianse, pianse come non mai nella sua vita, pianse così tanto che si trasformo in acqua, in pioggia, e pianse su quella gente che gli aveva preso tutto.
Questa quindi, è la storia del nostro gigante, e delle sue amate pietre rosse, ovunque esse siano.[/bs_notification]

[bs_notification type=”info” dismissible=”false”]C’era una volta un gigante che si trovava in una spiaggia irlandese e raccolse una pietra rossa.
Fine.[/bs_notification]

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